The sound of Rage


Replying to Ka-boom.

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  1. Posted 24/1/2015, 20:31

    ViyhVic



    KA-BOOM.

    1- Questa è la prima cosa che ha sentito, direttamente nel petto, quando il mondo ha cominciato a crollare: un suono talmente potente e devastante da risvegliare i morti e strappare il respiro dai polmoni come ci fossero mille mani a sfilarlo via, come se dentro tra sangue e carne qualcuno suonasse la batteria sulle sue vertebre una ad una, con le viscere che si contorcono nel ventre ballando una danza che sa di morte e putrefazione su una melodia di urla e dolore. Poi le lacrime che sgorgano da sole contro l'orgoglio messo da parte, la paura negli occhi enormi di ragazzina e le mani che si aggrappano alla figura di Zio Vlad, zoppicante come mai mentre le dice che andrà tutto bene col respiro distrutto dal rantolo dell'ansia, e lei che si ritrova col cuore frantumato dall'incomprensione e dall'odio che pian piano le cresce dentro il petto, bisbigliando piano tra le labbra distrutte dagli affondi dei denti: "E' colpa loro.. E' colpa loro.. E' colpa loro.." come un mantra che da la forza di rimettersi in piedi, di non strisciare.
    Era solo il primo dei bombardamenti Alleati su Boros.

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    KA-BOOM.

    2- Questa è la prima cosa che le è rimbombata nelle orecchie quando la comunicazione si è aperta ed una voce a malapena conosciuta le ha urlato con l'urgenza dell'ansia che Zio Vlad era andato, morto, spogliato anche della dignità da quel figlio di puttana che lei stessa si era scelta e dal quale s'era fatta usare in ogni singolo modo immaginabile, debole dei suoi sedici anni e del sentimento che per la prima volta si faceva spazio sgomitando nella sua cassa toracica, aggrappandosi a cuore e polmoni. Neppure il rispetto dei morti le ha concesso: se n'è resa conto quando è arrivata davanti alle macerie di quella che era stata casa sua fino ad un attimo prima, davanti al corpo martoriato dell'unica persona rimasta a volerle qualcosa di simile al bene, l'unico ad occuparsi di lei e ricordare chi era davvero, spogliato persino dei vestiti ed abbandonato come una marionetta maciullata e sanguinante manco fosse un sacco della spazzatura, un mobile vecchio da buttare al macero. Il suono angosciante di una bomba che esplode da quel giorno ha un nome: Nikla.

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    KA-BOOM.

    3- Questa è l'ultima cosa che sente prima di svegliarsi, quando gli incubi le strappano le fibre muscolari tendendole allo spasmo fin quasi alla rottura, le tolgono il respiro facendole stringere le mani sulla gola chiusa, le sbarrano gli occhi mentre si ritrova madida di sudore nel letto, il buio denso che le sembra di poter tagliare con lo sguardo della disperazione, il freddo pungente dell'aria che viene a contatto con la pelle calda e umida della paura strisciante. Il respiro è un rantolo basso ed angosciato ma non per questo rumoroso, è silenziosa anche quando si sente morire dentro, anche quando cerca di convincere il proprio cuore che è tornata alla realtà, che l'incubo è finito, che una nuova guerra arriverà ma non è ora, dentro quel letto.

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    KA-BOOM è il suono della sua storia, il boato della vita che si artiglia addosso per non smarrirla per strada, la determinazione feroce che urla quanto Irina non sia disposta a mollare, il modo in cui graffia e morde ogni singolo giorno della sua esistenza per lasciare un segno della sua silenziosa ed irrequieta umanità.

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